lunedì, marzo 13, 2006

ANALISI TECNICA 13 Marzo

• Eurostoxx 50

L’accelerazione rialzista in essere dallo scorso Novembre non sembra conoscere sosta; i corsi, infatti, sono arrivati a toccare i 3850 punti, livello più volte indicato in passato come possibile obiettivo del rialzo. A livello settimanale permangono segnali negativi forniti da RSI e Stocastico, ma sappiamo che gli indici possono convivere con tali eccessi anche per molti giorni. Nelle prossime sedute è probabile quindi che i corsi continuino verso l’alto, spingendosi fino a 3900; eventuali storni che fino a 3700 andranno considerati poco preoccupanti. Sotto i 3700, primo obiettivo a 3550.
• S&P MIB
Dinamica molto simile a quella dell’indice europeo. La mm 50 gg (37000) fungerà da supporto per eventuali correzioni. Anche qui sono presenti divergenze importanti che, se non dovrebbero far uscire completamente dal mercato visto che l’impostazione permane rialzista, potrebbero far preferire un approccio più prudente.
• S&P 500
L’indice Americano non riesce a darsi una precisa direzionalità, e continua ad oscillare attorno ai 1270 punti. Le due soglie da monitorare per assistere a movimenti più pronunciati sono 1315 (al rialzo) e 1245 (al ribasso). Nel primo caso l’obiettivo sarà 1350 punti, nel secondo 1215.
• Nikkei/Topix
Il Nikkei ha quasi smaltito del tutto gli eccessi che risultavano dal grafico settimanale; un altro aspetto positivo è che non è stata violata la trendline (in transito a 15600) al rialzo che parte dall’agosto 2005 e tocca i minimi relativi di ottobre 2005. Credo che l’indice potrà provare, nel giro di un paio di settimane, a superare i 16800 punti (massimi dello scorso gennaio). In mancanza di questo movimento, prenderebbe forza l’ipotesi della necessità di una fase laterale lunga diverse settimane per consentire ai corsi di ricaricare le batterie. Base e vertice di tale area potrebbero essere 16800/15400.
• Oil
Da metà febbraio le quotazioni stanno lottando per non perdere il supporto importantissimo della trendline e della mm 200 gg entrambe appaiate attorno ai 60$. Perché il trend rialzista continui, sarebbe importante assistere ad un superamento dei 63$; altrimenti la pressione di vendita in essere potrebbe far perdere quota 60/59, facendo cedere i corsi verso i 57$. L’abbandono della trendline non implica necessariamente un’inversione di tendenza; potrebbe dare semplicemente l’avvio ad una fase laterale. Tuttavia lo scenario peggiorerebbe notevolmente al di sotto di 56$, poiché si realizzerebbe una figura di inversione (doppio massimo a 70$), con obiettivo (di lungo) 42.
• Euro/dollaro
Quota 1.19 sta fornendo un adeguato supporto ai corsi nelle ultime settimane. L’incertezza sui futuri movimenti è alta: data la prossimità di numerosi supporti e resistenze diventa molto facile il verificarsi di falsi segnali. In ottica strategica direi che rafforzamenti del dollaro al di sotto di 1.18 sono da interpretarsi come un allarme per una possibile violazione di 1.165, vero livello che fornisce un segnale di ribasso dell’euro fino quasi a 1 euro. Al contrario, un ritorno dell’euro sopra 1.22 consentirebbe di sperare in ulteriori rafforzamenti della moneta unica verso 1.26.
• Dollaro/yen
Il movimento rialzista del biglietto verde è sempre ben impostato, grazie al sostegno della trendline in transito attualmente a 116 circa. Un superamento di 119.5 sarebbe importante per lanciare i corsi verso la resistenza 121. Tuttavia, data la prossimità dell’area di ipercomprato, non mi sorprenderebbe un temporaneo rafforzamento dello Yen a 117. Finché la trendline non rimane inviolata lo scenario resta favorevole al dollaro.
• Euro/Yen
Il cambio si riporta sopra quota 142, avvicinandosi così ai massimi toccati il mese scorso (143.3) e a dicembre 2005 (143.6). Un superamento di tali livelli fornirebbe un forte segnale rialzista per la moneta unica, con target a 147. In caso invece di mancato superamento (scenario verso cui propendo), mi attendo un rafforzamento dello Yen verso 139.5 prima, e 137 poi. Segnale strategico di rafforzamento dello Yen solo sotto 134. Fino ad allora lo scenario resta quello di un’oscillazione, con baricentro attorno a quota 139/140.