domenica, luglio 16, 2006

MARGIN OF SAFETY

Circa sei mesi fa stavo navigando su Amazon per cercare qualche libro di finanza interessante. Curiosando tra le liste create da alcuni utenti sono capitato su Seth Klarman "Margin of Safety. Risk-averse value investing strategies for the thoughtful investor". La cosa che mi ha colpito di più è il costo del libro (ormai esaurito da tempo): le quotazioni dell'usato partono dagli 800$! Proprio così: vanno dagli 800 ai 1000$!
Al che mi sono attivato. E ho coinvolto un mio ex-professore, il quale si è fatto in quattro per riuscire ad ottenerne in prestito una copia. Le settimane passavano. Una biblioteca londinese, che secondo il catalogo ne deteneva una copia, non lo trovava più. Una biblioteca americana l'ha inviato al professore, ma il libro è rimasto fermo in dogana (e mi sa che è ancora là). Alla fine, due settimane fa, siamo riusciti a riceverne una copia da Vienna. Inutile dire che l'ho letto tutto d'un fiato. Queste sono le mie impressioni.
Il libro è diviso in tre parti; secondo me l'unica che riveste qualche importanza è l'ultima ("The Value-Investment Process", che va dal cap. 9 alla fine). Infatti il primo troncone rappresenta una banale critica all'approccio di investimento degli investitori e degli operatori istituzionali (i primi investono senza considerare il valore del business sottostante ai titoli; i secondi hanno obiettivi relative-oriented e sono sempre investiti al 100% a prescindere dalle possibilità presenti sul mercato). La seconda parte fornisce un quadro di riferimento sul value-investing che non aggiunge niente di nuovo rispetto a Graham o a Buffett (importanza del margine di sicurezza dato dalla differenza tra prezzo e valore intrinseco). Veniamo quindi ai capitoli 9 e seguenti. Klarman individua tre nicchie in cui il value-investor dovrebbe cercare opportunità: 1) titoli a sconto rispetto al valore di liquidazione della società; 2) società coinvolte in operazioni straordinarie; 3) società in bancarotta. Accanto a ciò, Klarman sottolinea l'importanza del "catalyst": è sì importante trovare un titolo che tratta a sconto dai fondamentali, ma questo non basta. Solo la presenza di un catalizzatore è in grado di far emergere il valore e remunerare quindi l'investitore: da qui deriva l'attenzione alle operazioni straordinare che possono essere messe in atto dal managemet (dal buyback agli spinoff, etc.).
Per ognuna delle nicchie sopra riportate, Klarman esegue una breve analisi corredata da sintetici esempi.
Il contenuto della parte chiamata "The Value-Investment Process" è interessante, e non credo ci siano altri libri che coprano queste particolari possibilità di investimento. Tuttavia mi sembra che la trattazione sia troppo sul generico per essere considerata una vera e propria guida. Investire in una società in fallimento, per es., richiede non solo un'improba raccolta di informazioni, ma anche una rielaborazione delle stesse al proposito della quale Klarman dà solo qualche idea, ma niente di più. Insomma per una persona che fa già questo lavoro il libro è inutile; per me che magari vorrei imparare a farlo è solo una vaga introduzione. Inoltre credo di poter dire che tali strategie possono essere implementate solo sul mercato americano, dove tra le migliaia di titoli in circolazione è probabile trovarne uno o l'altro che corrispondano alle caratteristiche richieste.
Forse però i prezzi del libro hanno condizionato le mie aspettative, e il mio giudizio pecca per difetto... Mi riprometto di rileggere il libro con più calma...magari mi è sfuggito qualcosa in grado di giustificare gli 800$ che per fortuna non ho speso!

3 Comments:

Blogger Zener1992 said...

si riesce a trovare una versione in italiano?
ciao
Roby

3:42 PM  
Blogger The Italian Contrarian said...

Proprio non c'è, mi dispiace! E dubito che qualcuno abbia intenzione di tradurlo... Ciao!

7:50 PM  
Anonymous Anonimo said...

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»

9:00 PM  

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