mercoledì, settembre 27, 2006

HERA

Vendute a 2,95 come suggerito nell'ultimo post. Magari salirà ancora, ma questo è stato un trade puramente tecnico ed è andato bene! Sono entrato il 7/9 a 2,715.
Ora starò all'occhio per eventuali altre opportunità... Intanto in questi giorni ho accumulato un po' di StM per giocarmi qualche punticino di rialzo.

sabato, settembre 23, 2006

KEEP IT SIMPLE, STUPID!

Riflessioni personali oggi. Ormai è quasi un anno che lavoro e sto riflettendo seriamente su come si sia modificato il mio approccio al mercato in tale periodo. Ricordo che quando ero ancora studente avevo un buon "tocco"; individuavo titoli o temi interessanti senza avere accesso a tante informazioni come ora. Quest'anno il mio portafoglio flessibile fa un misero +0,24 dall'inizio dell'anno: uno schifo! La riflessione che ho svolto mi porta a credere che la colpa sia della mia incapacità di gestire la mole di informazioni in cui mi ritrovo immerso. Sono un lettore onnivoro, non appena ho tempo studio report azionari sia sui settori che sui singoli titoli.... senza contare quelli di analisi tecnica. Il mio metodo si è andato modificando e non lo riconosco più. Mischio operazioni di tipo tecnico a considerazioni fondamentali, ma senza gestirle adeguatamente.
Questi sono gli obiettivi che mi pongo per i prossimi mesi:
* proseguire nello studio dell'analisi tecnica e monitorare i principali indici intermarket, per tenere d'occhio i trend principali;
* concentrarmi nella lettura dei report strategici, senza entrare nell'ultra-specializzazione;
* monitorare a livello di singola azione solo i titoli italiani, small cap comprese (tra l'altro sono obbligato a farlo, visto che me l'ha chiesto il capo).
Spero che tutto ciò mi consenta di tenere d'occhio i macro-temi più significativi, lasciandomi spazio per qualche scommessina su titolini. Contemporaneamente devo migliorare come metodo. Se voglio comprare il certificato sul petrolio devo capire se lo faccio solo in ottica tecnica o anche perché ci credo a livello fondamentale. Nel primo caso allora credo sarebbe opportuno fare il purista e porsi già in anticipo livelli di entrata e uscita da rispettare senza fiatare. Nel secondo caso, anche un -10% non dovrebbe spaventarmi, ma anzi dovrei aumentare le posizioni, visto che per loro definizione le operazioni contrarian non vanno d'accordo col timing.

Detto questo, vediamo se riesco un po' a fare il quadro della situazione attuale (che probabilmente ai frequentatori del sito interesserà di più delle mie seghe mentali). L'economia USA è in rallentamento significativo: lo testimoniano le materie prime e i dati economici usciti. A detta degli analisti si tratta di un soft-landing; non dovrebbe verificarsi nessun crash immobiliare con conseguente perigliosa riduzione dei consumi. E' probabile quindi che il top dei tassi sia già stato raggiunto negli USA, mentre in Europa dovrebbe proseguire ancora un bel po' (3,5 a fine anno, e, a sentire molti esponenti BCE, al 4% nel 2007). Le borse hanno sostanzialmente valutazioni nella media storica; non sono care né a sconto. La crescita degli utili, però, è al top storico. Questa è una preoccupazione che hanno in molti e che condivido: come prenderà il mercato le probabili delusioni dei prossimi mesi relativamente ai conti delle aziende? Li sta già scontando come nel caso lampante dei petroliferi? Non si aspetta forse troppo da settori come il Food & Beverage? Bella domanda davvero.
E le materie prime... Il petrolio ha già subito una bella correzione, a questo punto dovrebbe arrivare quella sui metalli. Ma è vero o non è vero che siamo in un macrotrend rialzista? No perché in questo caso bisogna cominciare ad accumulare sulla debolezza.
Economia USA in rallentamento; valutazioni in giro per il mondo non elevate; materie prime in ritirata (quindi scende il pericolo inflativo) e probabile top per i tassi (negli USA). E però crescita degli utili al massimo storico, fatto forse non scontato appieno dal mercato specie in alcuni settori.
My two cents: se il mercato supererà le resistenze rappresentate dai massimi di maggio (e ci siamo appiccicati ormai), credo sia inevitabile pensare che ci sarà un minimo di rotazione settoriale. I tecnologici secondo me saranno i massimi beneficiari; a livello di relative performance c'è qualcosa che si muove. Certo che pensare a una rottura tecnica così importante a settembre-ottobre mi sembra molto difficile!!!
Insomma ho una gran confusione in testa. Le uniche cose che la mia mente convalescente e in cerca di un centro di gravità permamente è in grado di dire sono:
* suggerisco esposizione neutrale all'azionario, secondo la propria propensione al rischio; se uno è sottopesato acquisti tecnologici.
* continuo a ritenere una buona idea puntare su un rimbalzo del petrolio, ma la cosa va tenuta monitorata;
* come singoli titoli suggerisco Management & Capitali: capitalizza la cassa che ha in pancia; in ottica di medio secondo me è molto interessante. Per quanto riguarda gli ultimi titoli azionari che ho suggerito sul sito: Vivendi finalmente si è ripresa sull'onda di voci di take-over: io le terrei; Hera aspetto 2,95 per vendere, sperando ci arrivi; su Mediolanum dico un politico Hold perché ultimamente non si sta comportando come vorrei (tiene quando il mkt scende e sale poco quando sale, boh?).

Ci sentiamo prossimamente, e spero di azzeccarne più di quanto abbia fatto finora.

martedì, settembre 12, 2006

UN INDICATORE D'INFLAZIONE

Dopo aver letto il libro di Martin Pring sull'Asset Allocation (Investor's guide to active asset allocation) mi sono dilettato a creare uno dei grafici da lui descritti. Si tratta di un rapporto tra l'indice CRB e il benchmark decennale dei titoli di stato americani. Il ratio dovrebbe indicare se ci troviamo in una fase inflativa (linea in rialzo) o deflativa (ribasso). Come vedete è stata violata una trendline rialzista significativa; l'indicazione è di shortare il CRB e andare lunghi sui bond. E' evidente che il mercato sta scontando un rallentamento economico tale da scongiurare rischi di inflazione... Una cosa da tenere presente specialmente per chi come me è molto interessato a tale tematica.

venerdì, settembre 08, 2006

COMMENTO


Torniamo a parlare d'inflazione. I lettori del blog sanno già che l'idea che il mercato non sconti appieno i rischi inflazionistici è un mio cavallo di battaglia. Ad agosto sembrava essere stato smentito clamorosamente, ma i dati recenti sugli Unit Labor Costs americani sono preoccupanti: quelli del primo trimestre son stati rivisti al rialzo dal 2.5 al 9! Quelli del secondo son stati portati al 4.9. La pressione inflazionistica sui salari è, a detta di molti, la misura più monitorata dalla Fed, ed è quindi potenzialmente in grado di far riprendere la politica monetaria restrittiva. Ci troviamo però in una situazione particolare. Infatti difficilmente nelle due prossimi riunioni della Fed potranno essere prese importanti decisioni a causa dell'avvicinarsi delle elezioni del Congresso. Bernanke potrebbe essere costretto a muoversi in pericoloso ritardo, dovendo così affrontare un'inflazione più forte, con la necessità di rialzi maggiori.
Dal punto di vista tecnico penso che il mercato possa stornare ancora un po', ma probabilmente già attorno ai 3700 punti (Eurostoxx 50) si potrebbe effettuare qualche acquisto. Il trend di medio rimane infatti ben impostato. Tuttavia bisognerà dimostrare coraggio e capacità di interpretazione psicologica per effettuare acquisti quando tutti vedranno solo gli aspetti negativi (inflazione) e vendite quando tutto è rosa (bei conti in uscita da parte delle imprese, ad es.).
Sui titoli confermo il mio giudizio positivo su Mediolanum, e segnalo l'importante break-out compiuto da Hera su cui sono entrato oggi.

PS Come avrete intuito leggendo l'analisi tecnica, la mia view sul petrolio è diventata un po' più negativa. Punterei ancora ad un rimbalzo nel breve, ma sul medio comincio a nutrire dubbi.
ANALISI TECNICA 8 SETTEMBRE 2006


· Eurostoxx 50

Il break-out di 3800 punti si è rivelato effimero e non ha consentito di raggiungere i massimi dello scorso maggio (3890), ma solo di raggiungere 3840. Il movimento di correzione che è seguito ha riportato i corsi al contatto di 3750, importante livello di cui si gioca la tenuta in queste ore. Sebbene a brevissimo un rimbalzo verso 3770 ci stia, ritengo più probabile che nei prossimi giorni si scenderà andando a cercare un sostegno più forte a ridosso dei 3700 punti. Infatti, mentre la situazione degli oscillatori di breve periodo si rivela compatibile con un rimbalzo, quella di medio sembra in procinto di offrire un segnale di vendita che, se confermato, influenzerebbe pesantemente l’andamento dell’indice per le prossime due/tre settimane. Ripeto i livelli principali: 3800 (resistenza), 3750 e 3690/3700 (supporti).

· S&P MIB

L’S&P-Mib ha tenuto un po’ meglio dell’Eurostoxx 50 durante la correzione, e ciò è dimostrato dalla trendline (in transito a 3750) partita lo scorso Luglio e ancora valida. Anche l’impostazione degli indicatori short e medium term sembra compatibile con un proseguimento di una sovraperformance dell’indice italiano rispetto a quello europeo, specialmente nel caso di proseguimento della fase correttiva. Resistenza principale 38300, supporto 37300.

· S&P 500

La situazione dell’indice americano si conferma meno speculativa rispetto a quella europea; la prossimità di supporti significativi a breve distanza (1290 e 1275) dovrebbe contenere con successo il probabile proseguimento della correzione. Sul fronte opposto, solo col superamento di 1300 punti ci potranno essere chance di spingersi verso 1320, resistenza significativa.

· Nikkei 225

Il tentativo di superamento di 16200 non ha avuto successo, e i corsi sono tornati a testare il livello 15750. Tale quota dovrebbe tenere e assicurare una buona base da cui tentare il superamento delle importanti resistenze sopra citate, consentendo così di inaugurare nuovi rialzi (mossa tecnicamente simile a quella effettuata dal Sensex) abbandonando la fase laterale in essere. Sul fronte opposto, discese sotto 15600/500 punti affermerebbero invece la necessità di tempi più lunghi per abbandonare l’ampia fascia 15100/16100, disegnata tramite i ritracciamenti di Fibonacci. La configurazione degli oscillatori pare più solida rispetto agli altri indici.

· Bund (attenzione: basata sull'analisi del bund future continuation secondo Reuters FGBLc1)

Le quotazioni si stanno avvicinando all’importante supporto 117; i movimenti attorno a tale livello saranno significativi per valutare le prospettive del titolo. Una rottura, infatti, preluderà a nuove discese all’interno dell’ampia fascia 117/114.60. Una tenuta, al contrario, favorirebbe un ritorno verso 117.60/117.80. Al momento ritengo più probabile questa seconda ipotesi.

· Oil

Prosegue la discesa delle quotazioni petrolifere, ora al di sotto dell’importante supporto statico 68$. La presenza ravvicinata (66$) della trendline in essere dal 2005, unita alla dinamica degli oscillatori, lascia presagire un tentativo di rimbalzo nel corso delle prossime sedute. Tuttavia c’è il rischio fondato che, nel caso i 70$ restassero inviolati, un’ulteriore gamba ribassista abbia campo libero per riportare, nel giro di qualche settimana, le quotazioni all’area cruciale (62/60$), ultimo baluardo prima di decretare abbandonato il trend in atto dal 2003.

· Euro/dollaro

In queste sedute ci si sta giocando il supporto 1.27; una sua violazione appare probabile, il che aprirebbe la strada ad una discesa verso 1.255. Al contrario, la tenuta di tale livello, accrescerebbe le possibilità di nuovi allunghi della valuta unica verso 1.28 prima e 1.29 poi.

· Euro/sterlina

Il supporto 0.672 ha nuovamente respinto le velleità di rafforzamento della sterlina; a questo punto i corsi stanno sfidando quota 0.68/0.682. Credo che l’euro riuscirà a superare tali livelli dirigendosi verso 0.686, all’interno del “solito” movimento laterale 0.672/0.696.

· Dollaro/yen

La situazione si conferma poco mossa, sempre attorno i livelli 117/116. Solo movimenti al di sopra di 117.5 o al di sotto di 115.5 potranno dare vita a movimenti più pronunciati (verso rispettivamente 119 e 114), ma al momento è più probabile una continuazione in laterale sui livelli attuali.

· Euro/Yen

L’ipervenduto sugli oscillatori giornalieri, settimanali e mensili (segnalato nel report di fine agosto) è effettivamente riuscito a dare vita ad una certa reazione dello Yen (dai massimi di quasi 151 ai livelli attuali di circa 147). Se la valuta nipponica riuscisse a proseguire nel suo rafforzamento ancora per qualche tempo scatterebbero importanti segnali tecnici sugli indicatori mensili e settimanali, potenzialmente in grado di influenzare le dinamiche di medio-lungo. Tuttavia tali segnali sarebbero inutili in assenza di movimenti coerenti dei prezzi. A breve l’obiettivo del ribasso è 146.80; se tale livello fosse violato in tempi brevi sarebbe un segnale significativo.

· Pirelli
La recente dinamica di Pirelli è estremamente positiva. Col superamento di 0.70, infatti, è stato abbandonato con forti volumi l’ampio canale ribassista che aveva accompagnato le quotazioni dal gennaio 2005 allo scorso Agosto; il movimento ha un obiettivo teorico di 0.80. La dinamica di medio è quindi positiva. Quanto al breve, non credo debba spaventare più di tanto l’ipercomprato degli indicatori, poiché coerente con un cambiamento di trend come appare essere questo. Le quotazioni stanno coprendo il gap tra 0.76 e 0.75, creatosi il maggio scorso. L’area 0.77/0.76 potrebbe creare qualche problema nel breve, causando un ritorno verso 0.72/0.73. Tuttavia in ottica di medio la situazione sembra molto interessante e non so quanto valga la pena rischiare di vendere un titolo con l’idea di ricomprarlo in una situazione come quella attuale.

martedì, settembre 05, 2006

PETROLIO

Io a questi prezzi mi giocherei un rimbalzo delle quotazioni petrolifere. Allego un grafico settimanale. Lo strumento più pratico mi sembra il certificato Abn Amro (IT047209.MI). Ciao a tutti, buon trading!